Dottore, la mia glicemia? normale?

 

Secondo le raccomandazioni della Società Italiana di Diabetologia (SID) e della WHO il livello della glicemia a digiuno nel soggetto normale deve essere inferiore a 110 mg/dl. Non è escluso che in un prossimo futuro tale valore possa essere ridotto al fine di incrementare il valore predittivo dell’indagine. Si parla di “alterata glicemia a digiuno (IFG)” quando il valore è compreso tra 110 e 125 mg/dl. Se la glicemia a digiuno misurata in due diverse occasioni è uguale o superiore a 126 mg/dl si pone diagnosi di “diabete mellito”. La diagnosi di “diabete mellito” è posta anche quando una singola glicemia casuale (prelievo effettuato in qualsiasi momento della giornata) è uguale o superiore a 200 mg/dl accompagnata dai sintomi classici del diabete (poliuria, polidipsia, calo ponderale inatteso).

 

Il “test da carico glucidico orale (OGTT)”, una volta considerata la prova d’eccellenza per la diagnosi di diabete, ha perso oggi molta della sua importanza. La sua esecuzione è stata semplificata e prevede l’esecuzione della sola glicemia basale e della glicemia 2 ore dopo il carico di 75 g di glucosio. Se la glicemia 2 ore dopo il carico è pari o superiore a 200 mg/dl si fa diagnosi di “diabete mellito”. Se la glicemia alla seconda ora è compresa tra 140 e 199 mg/dl si fa diagnosi di “ridotta tolleranza al glucosio (IGT)”; se risulta inferiore a 140 mg/dl si esclude la diagnosi di diabete.

 

Chi deve fare l’OGTT? Soggetti con glicemia a digiuno tra 110 e 125 mg/dl

 

IFG e IGT identificano due categorie non diabetiche di disordini del controllo glicometabolico a rischio di evoluzione a diabete mellito.
La glicemia va misurata al mattino dopo un digiuno minimo di 8 ore massimo di 16. Tutti gli adulti al di sopra dei 45 anni dovrebbero misurarsi la glicemia ogni 3 anni, salvo ovviamente i soggetti con diagnosi di diabete. La misura della glicemia deve essere fatta in età inferiore e con cadenza più ravvicinata in questi casi:

  • obesi;
  • parenti di I° grado di diabetici;
  • precedente diabete gestazionale o parto di neonato soprappeso;
  • ipertesi;
  • gruppi etnici ad alto rischio (afro-americani, ispano-americani, nativi americani, asio-americani);
  • basso valore di colesterolo HDL (< 40 mg/dl nei maschi e 50 mg/dl nelle femmine); ipertrigliceridemia (> 200 mg/dl);
  • IFG o IGT. — I soggetti con IFG dovrebbero fare l’OGTT una volta all’anno.

 

 

E in gravidanza?

 

In gravidanza, tra la 24a e la 28a settimana, si esegue un esame di screening con carico orale di glucosio di 50 g e prelievo 1 ora dopo. L’esame non è necessario nelle donne gravide di età inferiore a 25 anni, di peso normale, non parenti di I° grado di diabetici, non appartenenti a gruppi etnici a rischio. Se la glicemia 1 ora dopo il carico supera 140 mg/dl si procede al test diagnostico che prevede il prelievo per la determinazione della glicemia a digiuno, il carico di 100 g di glucosio e successivi prelievi a 1, 2 e 3 ore dopo il carico. I valori limite sono posti rispettivamente a:

  • 105 mg/dl (base);
  • 190 mg/dl (1 h dopo il carico);
  • 165 mg/dl (2 h dopo il carico);
  • 145 mg/dl (3 h dopo il carico).
  • La diagnosi di “diabete gestazionale” è posta quando almeno due delle quattro glicemie determinate sono uguali o superiori ai valori limite indicati.